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Presentazione anteprima nazionale del libro “Io sono nessuno” la storia di Piero Nava, ex cittadino di Monte Marenzo e primo testimone di giustizia in Italia

Due giorni fa l’amico Paolo Valsecchi pubblica una foto sulla sua pagina Facebook che lo ritrae con altri due amici davanti alla sede della Mondadori di Segrate. E scrive: “La foto è brutta, ma era un momento bellissimo!!! Fra 48 ore vi racconteremo il frutto di due incredibili anni di lavoro. Un’avventura iniziata davanti a una birra e finita a Segrate per firmare con Mondadori, dopo mesi di ricerche e interviste. Nella foto manca il protagonista principale, una persona che non può essere fotografata, di cui non possiamo nemmeno rivelare il nome, ma di cui abbiamo però avuto l’onore di poterne raccontare l’intera – incredibile – vita.”

Gli amici di Paolo cercano di capire di cosa si tratta, ma Paolo non rivela nulla.

Paolo lo conosciamo dal 2016, quando partecipò come allievo di Giorgio Toneatto e Adriano Barachetti ad un Corso di fotografia organizzato da UPper e da AUSER a Casa Corazza a Monte Marenzo. Gli scrivo in modo scherzoso: “Sì ma a noi di UPper lo puoi dire!”

Mi risponde subito: “Ciao Sergio, tutto bene?? Ti dò una piccola anticipazione perché il libro riguarda un (ex) cittadino di Monte Marenzo!! Si tratta della biografia di Piero Nava, che dal 1990 vive sotto protezione per aver visto (e testimoniato) l’omicidio del giudice Rosario Livatino, avvenuto esattamente 30 anni fa. Il libro sarà pubblicato da Rizzoli: è una storia di impegno civile e antimafia che merita di essere raccontata e ci riguarda appunto “da vicino”.”

Paolo ci ha così invitato a due eventi: il 9 settembre, a Palazzo Falck in piazza Garibaldi a Lecco alla conferenza stampa “Anteprima nazionale” in cui coi suoi due amici avrebbero svelato il libro e poi l’evento di presentazione ufficiale che si terrà il 15 settembre alle ore 18 a Lecco nell’ambito di “Leggermente” la rassegna organizzata da Assocultura Confcommercio Lecco.

Il 15 settembre ci sarà un intervento telefonico con il testimone Piero Nava ancora in anonimato e sarà presente Rosy Bindi, ex Presidente Commissione Antimafia, che ha fatto la prefazione del libro.

Paolo ha espresso anche il desiderio di presentare il libro a monte Marenzo.

Alla presentazione di oggi sono intervenuti Antonio Peccati, Presidente di Confcommercio Lecco, Virginio Brivio, Sindaco di Lecco che ha conferito a Piero Nava nel 1998 la civica benemerenza del San Nicolò d’Oro, e Alberto Bonacina, referente provinciale di “Libera”.

Oggi Paolo Valsecchi, insieme agli amici Lorenzo Bonini e Stefano Scaccabarozzi (entrambi giornalisti della Provincia di Lecco come lo è stato Paolo) hanno svelato il mistero.

Si tratta del libro edito da Rizzoli, “Io sono nessuno da quando sono diventato il testimone di Giustizia del caso Livatino”. L’autore è Piero Nava che è stato il primo vero testimone di giustizia in Italia. Fu testimone di un crimine efferato, l’omicidio del giudice Rosario Livatino.

Il 21 settembre 1990 Piero Nava, agente di commercio, percorre la strada tra Enna e Agrigento per raggiungere un cliente. Assiste all’omicidio, avverte la polizia e non esita: “Ho visto i killer, saprei riconoscerli”.

La sua denuncia porta alla condanna dei killer, ma per Nava inizia un’altra storia. Lo Stato gli dà protezione, sistemazione, una nuova identità. Nava diventa un’altra persona e perde in un pomeriggio tutto: il lavoro, la carriera, la casa, gli amici.

“Io ho perso le piccole cose, gli affetti, le consuetudini, i luoghi cari che fanno, di un uomo, un uomo…”. Così parlava Piero Nava il 7 aprile del 1992, intervistato dal giornalista di Repubblica Giuseppe D’Avanzo, poche ore dopo aver ricostruito in tribunale quanto vide due anni prima. E disse: “Non mi sento un eroe, non mi sento una mosca bianca. Non sono né l’uno né l’altro. Sono un cittadino che crede nello Stato né più né meno come ci credeva Rosario Livatino. E lo Stato non è un’entità astratta. Lo Stato siamo noi. Siamo noi che facciamo lo Stato. Giorno per giorno. Con i nostri comportamenti, la nostra responsabilità, le nostre scelte. Con la nostra dignità. Che avrei dovuto fare? Chiudere gli occhi? Tirare innanzi per la mia strada? No, non sono stato educato a questo modo. Mi sono comportato come mi hanno educato. E non rinnego nulla. Se potessi tornare indietro, lo rifarei. Alzerei ancora quel telefono…”.

Sono le stesse frasi che Piero Nava ha ripetuto a Paolo Valsecchi, Lorenzo Bonini e Stefano Scaccabarozzi che sono riusciti a contattarlo e a farsi raccontare la sua storia di questi 30 anni. Qui sotto riportiamo la Premessa che ci hanno consegnato oggi in Conferenza stampa. Leggetela e potrete rendervi conto, almeno in minima parte, di cosa è stata la sua vita dopo quella decisione.

I tre amici hanno iniziato questa avventura da un episodio avvenuto a Calolzio nel gennaio del 2015. Paolo Valsecchi aveva seguito come giornalista la serata “vivere in legalità” organizzato dall’associazione giovanile “Liberamente” di Calolziocorte. Ospite Alberto Nobili, Procuratore aggiunto di Milano, intervistato da Umberto Filacchione. Nobili accennò alla vicenda di Piero Nava e Paolo Valsecchi fu colpito da questa storia, sconosciuta da tutti.

Paolo scoprì che Piero Nava negli anni ’90 era un cittadino della Levata, frazione di Monte Marenzo. A settembre del 2015 intervistò per LeccoOnLine Angelo Gandolfi, che era sindaco di Monte Marenzo in quegli anni, riportando queste sue parole: “Il giorno stesso è sparito e non si è più saputo nulla. Le forze dell’ordine mi dissero che nessuno doveva sapere, che non bisognava diffondere alcuna informazione per poterlo tutelare al meglio. E sono sempre stato scrupolosissimo a mantenere l’assoluto riserbo sulla vicenda”.

Paolo poi coinvolse gli amici Lorenzo Bonini e Stefano Scaccabarozzi. Il loro lavoro, la loro pazienza e determinazione li ha portati a raccogliere la testimonianza di Piero Nava e a lanciare il suo messaggio contro l’indifferenza.

La galleria fotografica è a cura di Giorgio Toneatto che ringraziamo.

 

 

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